Mi espande la coscienza, mi rende ipersensibile. L'effetto è che poi divento grafomane, perchè devo vuotare l'incredibile flusso di emozioni che registra il mio cervello, in una sorta di stream of consciousness, che devo necessariamente condividere con voi poveri malcapitati e pazienti lettori.
Insomma,ho trascorso il passato weekend in Toscana a raccogliere le olive,
in compagnia dei miei nuovi amici lumbard.
Non immaginatevi quelle situazioni ipertecnologiche e rombanti che potreste incontrare in una realtà agricola totalmente meccanizzata: quelle in cui degli aggeggi incredibili sbatacchiano,rapano e schiaffeggiano senza alcun riguardo alberi di olivi coltivati per essere trattati così,previa tutta una serie di applicazione di anticrittogramici, antimosca, e anti-qualsiasi cosa per poter dare massima produzione e massimo volume ai frutti.
E così, eccoci di buon mattino, più o meno, in mezzo al campo a respirare la meravigliosa aria di mare che benedice l'azienda – nonostante, per essere sinceri, un poderoso maestrale che spazza l'area anche in questo momento, credo.
Si tratta,per una buona parte, di alberi di varietà Morello e Leccino, che producono olive abbastanza piccole e molto saporite,con un aspetto che ricorda un pochino la Taggiasca.
La siccità persistente di questi mesi non ha permesso alle olive di crescere molto di volume, ma in compenso, dato che si tratta di alberi non potati e che non hanno subito alcuna variazione della forma della chioma, si sono autoregolati benissimo, creando forse una loro personale umidità, dando la vita a frutti sanissimi, sodi e senza ombra di imperfezioni né di attacchi di insetti. In più, le olive saranno pure poche quest'anno,ma a me che non so nulla sembrano tantissime, soprattutto quando mi devo sedere per terra a recuperare quelle più in basso o più in alto, in una sorta di raccolta dei mirtilli mediterranea. Le piante non sono molto alte, quindi spesso è sufficiente flettere i rami più in su per raggiungere i frutti.
Ah sì, perchè non vi ho detto che qui si raccoglie a mano.Una per una.
Pian pianino, c'è tempo un mese. Ed ecco lo zen.
Figuratevi il tempo che passa, mentre siete completamente concentrati in un lavoro manuale, dove si scherza, qualcuno canta (bene), ma soprattutto, per quello che mi riguarda, ci si sottopone a una sorta di sessione meditativa estensiva che dura più o meno sei ore sabato e tre domenica.
A parte la sensazione sempre nuova, per me cittadina,di possedere un corpo e per di più funzionante, in molti momenti è difficile capire chi è l'albero e chi è il bipede. Sensazione di stabilità, di resistenza, di forza, di accettazione delle situazioni. Come assumere litri e litri di Fiori di Bach Olive, proprio nel momento in cui “non c'è più energia,la vita è per me un pesante fardello. La mente è esaurita,getto la spugna. Il peso del mondo mi schiaccia(....)
E ora mi sveglio e capisco che c'è un tesoro nella mia casa: dentro di me, a disposizione...posso adesso con umiltà limitare i miei sforzi e lasciar fare alla mia guida interiore” (cit. “E tu di che fiore sei?” P.Mazzetti,ed.AAM Terra Nuova).
Proprio in questo preciso momento, in cui mi sembra di spingere un trattore spento in salita, casca a fagiuolo....
..."posso adesso con umiltà limitare i miei sforzi e lasciar fare alla mia guida interiore"...siiii ! verissimo! Hai proprio ragione, usare il corpo è una forma di meditazione per noi gente di cttà. E pensare che lui sà molte più cose di noi, basterebbe lasciargli fare...
RispondiElimina...davvero..è pazzesco come,lavorando con le mani e il corpo, il cervello finalmente si acquieti e focalizzi pensieri totalmente diversi
RispondiEliminaMolto del motivo per cui voglio lasciare il lavoro d'ufficio è questo...ho il cervello che mi va in loop e consumo tantissima energia tanto che alla fine della giornata lavorativa è come se fossi stata in miniera, e la cosa non è sana. che bello, fai benissimo ad alimentare questa attività, davvero!
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