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mercoledì 23 marzo 2011

Fermate il mondo (voglio scendere)

Io non so voi, ma in questi giorni mi sento sopraffatta dalla negatività.
Ho passato più di un paio di giorni in uno stato d'animo pesante, impotente,depresso e sfiduciato.

Sono quasi portata a pensare che i Maya ci abbiano davvero visto giusto, e che a forza di insistere tra poco noi Intelligenti Umani riusciremo ad autodistruggerci con le nostre delicate manine.
Il dolore del popolo giapponese mi stronca, il timore e la rabbia per questa guerra praticamente in casa mi lasciano il fiato corto.
Se tutto va bene, noi oggi sopravviveremo ad una nube tossica che si aggira in questo emisfero dopo avere annientato migliaia di persone nell'altro.
Sempre se va tutto bene, un vecchio signore seduto sul suo malloppo, che vive a 90 km dalla nostra isola più meridionale, non ci sparerà qualche bombetta - probabilmente prodotta da noi.


Seriamente, non riesco a capacitarmi dell'ottusità assoluta con la quale redigiamo i nostri piani.
Ma a fronte dei risultati ottenuti, davvero noi bipedi siamo convinti di essere superiori a tutto e a tutti? Davvero pensiamo che la Terra non finisca per liberarsi di noi come il cane che si scrolla le pulci di dosso, come degli ospiti parassiti e indesiderati?
Animali, piante, mare, cielo, affetti, legami, società, famiglia, evoluzione, pensiero,conquiste scientifiche,artistiche: niente ci ferma dal divorare qualsiasi cosa; dal distruggere, alla fine, noi stessi.
L'avete letto quel libro di Michel Faber, “Sotto la pelle”?
Ve lo consiglio caldamente: io l'ho trovato raggelante nella sua visione, cinico come solo un cosiddetto conquistatore può essere, vero e realistico nella sua follia. Se non basta, provate a dare un occhio a “Se niente importa” di Jonathan Safran Foer.
Da questo momento ho deciso di riavvolgere il nastro e trovare il modo di smettere di ragionare in modo del tutto antropocentrico.
L'Uomo non è il Capo del mondo: è solo una delle tante specie che popola il pianeta. E anche la più scema: nonostante abbia il dono dell'intelligenza e della coscienza di sé, non riesce a vedere a più di pochi centimetri dal suo maledetto portafoglio, anche a costo di lasciarci le penne.
La situazione della nostra Civiltà è talmente seria,che davvero non so da che parte incominciare per cambiare qualcosa, ma a partire da me.
Non so bene cosa farò : l'inizio di questo viaggio saranno i piccoli passi di buona volontà, dal vegetarianesimo come scelta etica al prossimo abbandono della carta di credito (mio malgrado, non posso farlo subito, ho ancora qualche pendenza con MasterCard, la quale è stata ampiamente appagata per “tutto il resto” ).
E poi, soprattutto, c'è il cervello, la decontaminazione, la “rieducazione”dalla pubblicità, dal marketing, dal controllo manipolatorio che crea la stupida necessità di “essere normale”, dove normale significa ingurgitare tutto,senza discriminazione, al solo scopo di trovare false e ingannevoli copertine di Linus.
Strada facendo, mi auguro di trovare compagni di viaggio e qualche risposta....perchè “se niente importa, allora non c'è niente da salvare”.

3 commenti:

  1. Sii fiduciosa... possiamo farcela a evitare l'autodistruzione. Basta farci un po' più furbi ;)

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  2. Magari non sarà un'auto-distruzione totale, ma più una "selezione naturale"... Io speriamo che me la cavo! ;)

    Fai un sorriso dai!

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  3. @laura: concordo sul farsi furbi....;))
    @elisa: espiro,respiro..e mi preparo fisicamente e mentalmente alla selezione..uff!!

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