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martedì 15 febbraio 2011

Lui ama le donne

Pure io. Soprattutto quelle che ho visto domenica 13.2. sfilare tranquillamente, insieme ad altrettanti maschietti. Amo le nonne, tantissime, compresa la mamma di una mia cara amica, che in teoria, con quello che ha passato da poco in tema di salute, avrebbe potuto starsene a casa al caldino.  I bambini: si divertivano come dei pazzi, ma senza fare caciara, quasi avessero compreso pienamente l'importanza di dimostrare la bellezza
dell'essere normali.
E poi, le donne in fascia 20/40: molte belle, colorate, alternative, alcune allegramente rétro con le loro canzoni femministe; tante signore-bene col piumino da 1000euro (per la tranquillità di MaryStar), in tutta tranquillità mescolate a cappotti un po' agés, eskimo, giacconi normalissimi e per nulla griffati - si sa, da noi fa ancora abbastanza fresco.

Io di solito non sono una grande manifestante, ma la mia compagna di banco del liceo mi ha invitata e io, più per il piacere di vedere lei, ho accettato
Per fortuna!! E' stato un pomeriggio bellissimo. Innanzitutto, mi sono divertita come una quindicenne a tirare gomitoli colorati e a restarne allegramente avviluppata. Poi, non c'era un manifesto,un simbolo,uno striscione, a meno che non fosse stato confezionato in casa : una vera dimostrazione di piazza spontanea, praticamente senza guida, e poi, quanta gente! Migliaia di persone, altro che duecento, altro che fango, altro che slogan: la volontà popolare manifestata in maniera così palese che sarà impossibile negarla ancora e nemmeno un grido stonato, una piccolissima provocazione, un cretino vestito di nero.
Mi è piaciuto esserci, non perchè debba dimostrare di essere perbene o permale: ma per sottolineare e ribadire che il rispetto non è un optional ma il fondamento dell'educazione che a me,donna fortunata, hanno dato la mia mamma e il mio papà. A giudicare dal numero di coloro che hanno voluto
partecipare insieme alle loro famiglie, ci sono molti altri bambini fortunati.

Solo, non vanno fatti passare per dei cretini, o peggio, dei perdenti.

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