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venerdì 11 novembre 2011

Viaggi e scoperte


Lunedì,ore 13,passeggiata col Gugo.

Mantella impermeabile per me, bozzolo protettivo trasparente per il passeggino, e via,verso nuovi orizzonti,che la mamma è a pezzi e ha bisogno di dormire un'oretta senza pensieri.

Il mercato sta sbaraccando al Balon: rumori,urla, odori penetranti,passaggi dei mezzi di pulizia. Il cielo, in una pausa misericordiosa, ha deciso che per un po' non si abbatterà al suolo tra scrosci di pioggia gelata. 

A scanso di equivoci, passiamo comunque per Galleria Umberto I: è coperta, così io spingo e chiacchiero, e immagino il 16mesenne sigillato là dentro. 
Come percepirà la mia voce: chiara o come dentro un acquario? 
Parole distinte o un impossibile rumore di fondo? Intanto, esperisco personalmente il concetto di barriera architettonica: fortunatamente gradini e simili sono tutti stati aggirati grazie ai molti scivoli dei marciapiedi; ma l'aspetto aulico della pavimentazione storica della città, a grossi blocchi di pavè, rende un po' meno aulico il sedile di un passeggino: potrei dare al Gugo un pentolino con del latte da tenere in grembo mentre girovaghiamo, così da avere uno strepitoso panetto di burro al rientro.
Lui, d'altra parte non sembra per niente infastidito dalla cosa e, tenendosi saldamente al suo orecchio sinistro, osserva il mondo da cinquanta centimetri di altezza.

E osserva, vede e sente tutto: arrivati in Piazza Castello ci accoglie una musica proveniente da uno degli schermi installati per le celebrazioni del Centocinquantenario, e il Gugo accompagna a modo suo con una canzoncina- più simile veramente a una sirena dell'autoambulanza-con la massima serenità di spirito e potenza di polmoni.
Su per via Po, osserviamo le vetrine: il blu pavone del vestito sul manichino proprio non gli piace; il passaggio sferragliante di un tram è invece portatore di un momento di profonda osservazione. 
Gugo si interessa a tutto, fa amicizia con tutti e il mondo è una cosa nuova,brillante, liscia.

Sono rasserenata e incuriosita nel constatare come qualunque adulto,uomo o donna,vecchio o giovane, di qualunque colore,provenienza e forma incroci con un sorriso tenero lo sguardo azzurro di questo bambino bellissimo sotto vetro: anche certe facce non proprio rassicuranti, sedute a bere sotto il portico di un bar in piazza della Repubblica, intente a parlare nel loro idioma rasposo, fanno ciao-ciao con gli occhi dolci alla manina sfarfallante.

D'altronde, sembrerebbe incredibile, sono stati anche loro bambini: in un altro mondo, un'altra galassia...

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