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venerdì 15 luglio 2011

Una settimana troglodita

Uuuh che bello!!! Finalmente è arrivato il momento di cominciare a fare la mia santa valigetta. 
Come sapete da un post precedente, è l'ora della settimana nella casetta tra gli ulivi, con speranza che il tempo sia meno monsonico che qui in città - quest'anno mi sembra di vivere al tropico: caldo umido terrificante con gentile aggiunta di tre o quattro temporali giornalieri con pioggia scrosciante, così, giusto per aggiungere un po' di afa .
In queste occasioni, non mi porto il pc e spesso spengo anche il telefono. 

Arriva un punto dell'anno in cui non ce la faccio più a vivere perennemente connessa, e necessito di un bel reset tecnologico. 
Di solito lo faccio coincidere con le ferie, sorridendo come una poiana felice al pensiero di essere abbastanza irrintracciabile ai più, compresi Grandi Fratelli dell'etere che di sicuro se ne fregano del mio banale quotidiano, ma che senz'altro ci ascoltano e ci geolocalizzano costantemente.
Naturalmente il cellulare me lo porto dietro: non so voi, ma io non riesco più a uscire di casa senza, e mi chiedo: ma come è possibile? Ho avuto il mio primo cellulare a 31 anni, un Motorola modello cabina telefonica, con prefisso 337 che se fossi negli USA sarei una strafiga. Fino a quel momento ho vissuto felice e tranquilla, ho girato il mondo e usato i gettoni. Adesso vengo presa da un'attacco d'ansia se mi dimentico lo scatolino - perchè succede, di dimenticarlo, con ovvie implicazioni più o meno freudiane.
Comunque, il telefono lo porto: è un i-nulla e serve solo per telefonare, appunto, ma mi fa da ansiolitico casomai gli alieni invadessero la terra.
Quanto allo scrivere, non sono sicura di ciò che succederà: magari verrò ispirata dagli ulivi,dal vento, dal mare... Vi tengo informati. A dopo!

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