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venerdì 28 gennaio 2011

Cluster di funghi

Sull'ultima pagina di un giornale free-pass che prendo tutte le mattine uscendo dalla metro, spicca questa golosa offerta: acquistando un cluster di funghi (o di carciofini, per la precisione) si può concorrere alla vincita di un buono per una spesa al supermercato Vattelapesca.
Cluster? Mi ricorda un po' un generale dell'esercito americano dai boccoli d'oro. 
Leggo la traduzione direttamente da Wikipedia, che cita una serie di robe difficili in ambito astronomico, biologico, chimico. Nel nostro caso direi che si riferisce, più modestamente, al caro vecchio vasetto di vetro..



Mi viene da pensare alle mie due nonne: Maria, una friulana schietta, semplice e decisa, e Iride detta Rina, genovese, benestante,pratica. L'avrebbero letto "el cluster" con la u stretta e una discreta perplessità sulla faccia, la stessa che peraltro provo io, pensando che in italiano ci sono milioni di sostantivi perfettamente aderenti allo scopo: barattolo, contenitore, recipiente, scatoletta...Vasetto, poi, è perfetto. Quindi perchè "cluster"?
Cari signori pubblicitari, è vero che la parola in inglese fa più cool (e lasciamo stare cosa avrebbero capito le mie nonne), ma poi non lamentatevi se la lingua italiana va scomparendo e la capacità di comunicazione si raggomitola su quattro frasi fatte...Già mi vedo la sciura Maria servire al già normalmente scettico marito una cotoletta con contorno di cluster di funghi.

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