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venerdì 27 aprile 2012

Quel pomeriggio di un giorno da cani

Allora...rieccomi!
E' stato lungo,difficile,complicato, ma alla fine sono riuscita ad ottenere sta famosa linea ADSL a casa; adesso che sono illimitatamente collegata al mondo, posso farvi arrivare i miei pensieri da quaggiù.
I miei due lettori sanno che mi sono trasferita - o meglio, sono emigrata - in Costa Azzurra,
 a loro e a tutti quelli che hanno tempo da perdere leggendomi  faccio arrivare le parole che ho scritto mentre aspettavo di condividerle con qualcuno.
Qui sotto trovate le mie impressioni, due giorni dopo l'arrivo.

Cominciamo ricordando che se c'è una roba che detesto fare è guidare. 
Il mio cervello si è sintonizzato sul “camminare-mode-on” dopo anni di guida frenetica, e ora, a causa di qualcosa che ha seriamente a che fare col mio vissuto psicologico, quando prendo l'auto è come se avessi preso la patente da tre giorni. Quindi capirai che goduria caricare la Clarabella abbattendo i sedili posteriori,trasportare un sacco di roba (poca,in verità,considerando la capienza,ma tutto è relativo),i pelosi,la mamma che ha lo specifico compito di chiacchierare distraendomi per soli trecentocinquanta chilometri. Mio padre mi precede con l'auto “ammiraglia” piena all'inverosimile e via,verso l'ignoto. Mai fatto un viaggio così lungo prima, tensione a mille,mani umidicce, panic on the motorway, crampetto tensivo sotto il piede dell'acceleratore. 

Giustamente,per mettermi a mio agio, cala una nebbia totale per i primi 60 chilometri, poi per il resto curve a go-go fino a destinazione: proprio quello che ci vuole per rilassarsi,soprattutto in riviera: tir,pullman turistici che sfrecciano strombazzando - hanno ragione,vado a 6 all'ora; poi ,dall'imbocco dell'Autoroute Escota, dove la macchina più sfigata,a parte me e papà, è il Porsche Cayenne, che notoriamente procede a velocità di crociera di 8 kmh, quindi appena più veloce di me, è tutto un programma. 
Il cartello recita “Nice 19 km”:ma quando è successo che le distanze sono diventate interstellari? Mi sembra di percorrere 190 chilometri invece; ma alla fine,dopo essermi resa conto che l'uscita 50,cioè la mia,non esiste,ed essermi persa un pochino per St.Laurent du Var, approdo stremata alla fine di questa roba terribile. 
 I pelosi,neanche una piega: anzi per un attimo mi sono chiesta se fossero morti per la noia o per la paura di aver visto a due centimetri dalle vibrisse i musi di autotreni – vi ricordo che visto da una Seicento il mondo è gigantesco. 
Sono vivi, invece;e anzi continuano a ronfare bellamente nonostante sia costretta a mollarli per un po' nel sotterraneo sconosciuto del palazzo dove sono venuta ad abitare,per andare a firmare il contratto ed espletare un po' di formalità cartacee: il posto auto è grande circa come l'appartamento, ma pare che avere un Posto dove Piazzare l'Auto a Nizza sia un po' come avere trovato il Santo Graal,e giustifica (dicono) anche il costo spropositato della location,che per fortuna è a un passo dal lavoro e a un passo e mezzo dalla Promenade des Anglais, circa altezza Negresco, e di conseguenza è vietato dalla legge lamentarsi per l'affitto usurario. 
Tutta la famiglia salta il pranzo per firmare mille carte e cartacce e,dopo una spiegazione folle sull'uso delle chiavi elettroniche- qui tutto,ma proprio tutto,dai citofoni al pagamento di un etto di pane grattugiato,va “numéroté”- spedisco i miei in albergo a riposarsi:mio padre è di una graziosa sfumatura verdina e mia madre in nuance – mentre io comincio a spacchettare e riporre. 


Alle sette recupero i vecchietti e ceniamo in un ordinario locale “pelaturisti”,ma abbiamo famissima,siamo morti di stanchezza ed è l'ultimo giorno del Carnevale che ha richiamato millemila turisti ed i locali sono già pieni. 
Prima di uscire,ho preso uno dei tre mazzi di chiavi identici che l'agente immobiliare mi ha lasciato,e dopo aver chiamato l'ascensore utilizzando un codice elettronico,digitato un altro codice per scendere e fatto tre giri su me stessa,ho preso un bus verso l'albergo, convalidando il biglietto davanti a un robo elettronico e sentendomi tanto “scesa a valle con la piena”.

Tornando a casa,dopo aver benedetto i miei e mandati finalmente a nanna, mi rendo conto con orrore che il mazzo che ho preso non ha l'aggeggio elettronico necessario per aprire le porte (tutte le porte: quella del portone esterno,della porta di mezzo interno,dell'ascensore,del cancello del parcheggio),ma una maledetta etichetta con esattamente la stessa forma del coso,colorata sul dorso ma nulla di più. 
Comincio a smanettare disperata sul maledetto display che qui sostituisce la pulsantiera dei citofoni:nessuno risponde. Questo palazzo di dieci piani e 50 appartamenti è abitato soprattutto da italiani che qui hanno la casa al mare e  che quindi,di solito, vivono in Italia,appunto. 
Alla fine un cristiano risponde, e incredibilmente non solo mi apre il portone principale,ma scende anche ad aprirmi la seconda porta: a casa a Torino, probabilmente io non avrei mai e poi mai fatto entrare un assoluto sconosciuto, ma grazie a dio qua pare siano leggermente meno prevenuti verso il prossimo – già mi ero presa bene per il fatto che, per la prima volta nella mia vita,l'autista mi avesse salutato salendo sul bus. 
La porta di casa per fortuna si apre con una chiave normale,e finalmente punto al divano che già vedo a forma di santo lettino morbido e caldo. 
 
E invece no,perchè ho lasciato la finestra aperta,per cambiare l'aria, e invece chi ha cambiato aria è Francine,che ha pensato bene di tentare una passeggiata precipitando sul balcone di sotto,e ancora le è andata bene dato che stiamo al decimo piano,ma non avendo mai visto un albero dal vivo in tutta la sua vita né avendo mai scalato alcunchè,non è in grado di risalire . 
Naturalmente sotto non c'è nessuno,le terrazze comunicano tra di loro e già vedo la curiosità dell'esplorazione dipingersi sul musetto. 
Noooooooo. Come,come fare per tirarla su? Incomincio a spenzolarmi chiamandola per attirare la sua attenzione: la prima idea – balorda,d'accordo – è quella di calarle uno spazzolone,caso mai volesse abbrancarlo alla Bruce Willis. “Miau miau miau” è la risposta che ottengo, quindi le mando giù il lenzuolo tipo fuga dal penitenziario, ma qui ottengo “MIAU MIAU MIAU MIAU”. Ok,ho visto troppi film americani. E'quasi mezzanotte,mi sento svenire dalla stanchezza,dalla tensione,dallo scoramento. Ci vorrebbe un cesto da tirare su come a Napoli......Cesto? Acchiappo il suo trasportino,che è di vimini con una maniglia sopra,lo assicuro a un luuuuuuuungo filo di rafia(sempre,sempre portare con sé le robe più improbabili), metto quattro croccantini all'interno,calo il tutto e prego. 
 Dopo venti minuti di francine francine francine c****o francine,alla fine la dea Bastet guarda verso di noi, si scassa dalle risate a vedere una bipede pallida,afona e con le occhiaie che si spenzola da un balcone al decimo piano tenendo un cesto appeso a tre metri di filo di rafia, e fa entrare nel trasportino la sua pargoletta. Con velocità e freddezza tiro su il tutto, che per fortuna non si spezza,non si rovescia, e non fa effetto fionda. 
 Francine è in casa. Io sono morta. Vive la France,sei su Scherzi a parte.

9 commenti:

  1. Cara Elena ,scusa ma mi sto sbellicando dalle risate,il ricupero gatto in difficoltà in momento meno opportuno è uno sport che pratico anche io ,ma che vuoi farci ,ci fanno il piacere di farsi amare ....ti auguro tanta fortuna per la tua nuova vita !Giorgia

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    1. adesso rido anch'io al pensiero...ma ti giuro,in quel momento,per un paio di secondi ho persino pensato all'abbandono...

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  2. oddio che arrivo movimentato XD
    purtroppo i gatti ce l'hanno questa simpatica abitudine di fare i dispetti nei momenti peggiori...il mio vomita solo quando sono sola a casa e sto per uscire (in ritardo) per andare a lavoro...

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    1. allora: questo weekend sono andata a trovare i miei per una notte. Ieri al ritorno, a parte peli OVUNQUE,ho trovato un certo numero di vomitini sul tappeto,ed esclusivamente lì, che la macchia resta così bene

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  3. pfffuuii!!! che avventura!!! e tu,, che sangue freddo!!! wooww!!!!!

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  4. Beh, complimenti per l'organizzazione !sei stata bravissima! ora attnediamo aggiornamenti più frequenti !!!

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  5. E brava Elena, gran coraggio (che a dire me ne vado siamo bravi tutti, ma a farlo davvero... molto meno). E anche gran sangue freddo per il micio, a me è successa una volta una cosa simile e stavo per morire d'infarto, ma sul serio!

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    1. a mente fredda, anch'io mi dico che sono stata coraggiosa, ma alla fine, chi non vorrebbe vivere sur la Cote? :-)

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