Sono andata in un mega vivaio, quelli famosi che sicuramente conoscete, fatti a forma di supermercato carino,ben confezionato, con migliaia di piante, da interno, da esterno, da mezzo esterno eccetera. Poi ci sono seimila vasi di tutte le forme, il cibo figo per gli animali (e neanche una marca biologica), gli animaletti che non vedono l’ora di essere tenuti in gabbia, tipo uccelli, conigli,ermellini, furetti, pesci e topi. Libri sul fai da te,arredi per giardini da sceicchi, ogni sorta di diserbante e trecentomila tipi di concimi.
Dato che in sto po’po’ di roba io mi confondo, acchiappo un addetto e,con la mia piantina di lattuga Lollobrigida in mano, gli chiedo dove posso trovare il compost. Quello fa una faccia un po’ così, pur non essendo a Genova, si gratta la testa e mi dice che il compost loro non ce l’hanno. Magari posso guardare nel corridoio dei concimi, lì ci sono le scatole coi lupini tritati (?!!? Sono troppo ignorante), oppure il cornunghia, o anche il guano del Perù – o era dell’Ecuador? Ringrazio, e altrettanto spiazzata, vado a vedere se ‘ste robe possono servirmi: ma nella mia piccola testolina, grazie anche al corso di Orto sul Balcone, si era formata l’idea di non avere bisogno di concime, ma di ammendante, cioè di residui biologici che aumentino la capacità nutritiva dei nostri sfigatissimi terricci universali; insomma sana cacca di cavallo insieme a foglie morte, legnetti marci, magari qualche lombrico secco, una mistura da Strega Nocciola.
Leggo le indicazioni sulle scatole e in effetti di concimi si tratta; quindi pesco un’altra signorina, alla quale faccio la stessa domanda, aggiungendo che all’Amiat il compost me lo tirano dietro a 1 Euro alla tonnellata, (anziché ai 7,50 Euro del mezzo chilo di chittemmuort, ma una tonnellata per la mia Lollo e quattro aromatiche forse è un po’ troppo. Ah già,ci sono anche due piantine di fragole). Questa ragazza deve essere stata assunta da poco, perché con una trasparenza assoluta mi dice “eh sì, ma sa, gli hobbisti di solito non comprano il compost”, dandomi involontariamente ragione su una serie di robe che mi stavano frullando per la testa e commettendo il Fatal Error di non farmi comprare più nulla. Speriamo che la Direzione non abbia messo delle telecamere in giro, perché altrimenti vedo la valutazione di questa figliola impennarsi verso il segno negativo: nessun CapoSettore ti perdonerà mai di avere più o meno autocassato una vendita.
Morale: è mai possibile che una scemenza come il compost sia introvabile nei maggiori negozi di brico e giardinaggio di una grande città? E,per passare
a un livello superiore, è mai possibile che grazie a un (falsamente) innocuo corso di orticoltura una persona si renda conto, tramite associazione di idee,
di quanto le sue scelte siano letteralmente canalizzate e obbligate?
Che una volta di più si palesi quanto le Major si nutrano di ignoranza, a prescindere dall’argomento?
Lo sapevo già, ho fatto milioni di corsi di comunicazione, mi hanno insegnato a manipolare scientificamente la gente tramite la costruzione delle frasi fatte in un modo anziché in un altro, a portare il cliente a scegliere questo e non quello come se lo si avesse al guinzaglio.
Ma porca paletta, mi viene il nervoso quando una volta di più, anche in settori apparentemente al di fuori da queste logiche,trovo la malafede delle grandi aziende, l’utilizzo delle motivazioni genuine per strumentalizzarle in consumo, l’indottrinamento dei lavoratori addetti, l’infinocchiamento seriale del consumatore ormai praticamente lobotomizzato.
Ci vorrebbe un libro per parlare di tutto quello che ne viene fuori: da un po’ di cacca alla Fenomenologia della Grande Distribuzione Organizzata…
scusa sai,! non sei costretta a farti canalizzare, e il compost, puoi fartelo da sola, su internet ci sono milioni di spiegazioni, comunque, sei molto simpatica!!!!Lina
RispondiEliminagrazie! si, lo so che il compost posso farmelo da me, ma oltre a essere simpatica (forse), sono anche pigra, ma pigra! a presto!!
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