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martedì 22 febbraio 2011

Quarta dimensione

Avete un gatto? Allora sapete già di cosa sto parlando.
Se non ce l'avete, allora abbandonate tutte le vostre conoscenze di fisica di base.
Innanzitutto, non è vero che un corpo non può passare da una porta chiusa, che esiste un solo piano di realtà e che le dimensioni sono tre. Assolutamente. Voi non sperimenterete mai personalmente queste affermazioni, ma il vostro gatto sì.
Per esempio, Mozart, gattone di 13 anni e 8 chiletti, così come Francine, gattina nera chiacchierona di 4 anni, spesso scompaiono.
Spariscono,si liquefanno, si smaterializzano.
Delimitiamo le possibilità. Noi viviamo in un appartamento in quasi centro città, al secondo piano.
La casa è stata scelta per il balcone piuttosto lungo che accompagna praticamente tutto l'appartamento, ma è totalmente privo di vie di fuga.
Quindi, non ci sono appigli, sporgenze, lampioni strategici, niente del genere.
In più, in questi 13 anni di coabitazione sono diventata bravissima nel placcaggio entrando in casa, anche se con 4 borse della spesa,ombrello,chiavi della macchina in bocca eccetera.
Sono diventata brava perchè Mozart, nei suoi begli anni, fulmineamente fuggiva appena aprivo la porta – ebbene sì,anche i gatti vi sentono arrivare come i cani, e vi aspettano dietro la porta.
Allora abitavamo in un'altra casa dove,nonostante il portoncino d'ingresso fosse di quelli divisi in due battenti, e quindi piuttosto stretto, il felino letteralmente si scioglieva sotto i miei piedi (1a proprietà transitiva dei felini) e scompariva (2a proprietà transitiva).
Si rimaterializzava come lo Stregatto: quando andava su era meglio, perchè eravamo all'ultimo piano e lì sopra c'era solo il piano delle soffitte, chiuso per fortuna. La maggior parte delle volte però scendeva e dal momento che non c'era ascensore dovevo in pratica autotrasportarmi al pianterreno per prevenire eventuali corse verso il portone d'ingresso, che normalmente era chiuso, ma hai visto mai che potesse essere aperto.
Io però non vedevo se saliva o scendeva, quindi andavo prima su e poi -
di norma - scendevo giù- pant.
Meno male che ero giovane e magra....
Grazie a Dio M. è sempre stato un fifone e quindi, dopo pochissimo, iniziava a piangere, permettendomi di localizzarlo e acchiapparlo per portarlo a casa.
Qui invece, anche se qualche volta mi è sfuggito, per lo meno c'è l'ascensore che mi permette di recuperarlo all'ottavo piano- in questo condominio M.sale.
Forse per l'età, M.ora si sistema nella posizione della sfinge e resta lì per ore praticamente senza respirare,con gli occhi socchiusi; so che è vivo perchè muove leggermente le orecchie se sente un rumore.
Se lo fa nella quarta dimensione, e quindi non lo vedo, è capace che si fa cercare anche per ore.
Francine invece, scompare. La cerchi nelle stanze, la chiami, cominci ad aprire gli armadi, i cassetti, poi la porta del frigo, l'oblò della lavatrice, lo stipetto del contatore, le ribaltine della scarpiera e molti altri posti abbastanza improbabili. Passano molti molti minuti, e,come ultima spiaggia, dopo avere ispezionato dall'alto tutta la strada sottostante, pensando che sia saltata giù (sono una decina di metri,ma …) nel pieno dell'angoscia mi preparo ad uscire per andare alla ricerca; in quel momento lei mollemente appare dal nulla con l'aria di Brigitte Bardot, chiedendomi con uno stupito “Marù?” quale sia il motivo di tanto trambusto.


Quando fanno così, o quando incominciano a seguire con lo sguardo un invisibilissimo qualcosa, io mi convinco dell'esistenza di mondi paralleli.
La sensazione che il mondo per come noi bipedi lo percepiamo sia oltremodo piatto e noioso si fa consistente...

4 commenti:

  1. Ciao Elena,
    sono ancora qui a commentare un tuo post... ;oP
    Premetto che amo i gatti ma, non ne ho mai posseduto uno... anche perchè non è proprio possibile possederne uno, sono loro che ti scelgono. Quelli che mi hanno permesso di essere loro compagna per periodi più o meno lunghi, mi hanno scelta e, comunque, si facevano la loro vita altrove: io ero solo un pezzettino del loro più vasto mondo. Semplicemente, in quel momento, avevano deciso di vivere parte del loro tempo con me e di adottarmi per un po'. La storia c'insegna che da sempre il gatto è visto come un essere misterioso e magico, dalle capacità paranormali. Esistono molte leggende a riguardo ma, anche tante esperienze vere di persone che vivono con i gatti e cercano di comprendere il loro fantastico mondo, vivendo esperienze unice e incredibili. c'era un racconto sul web di una donna e la sua esperienza di vita assieme al suo gatto, che mi aveva colpito molto ma, non riesco a ritrovarlo per fartelo leggere... era davvero bello! Comunque, c'è una ricercatrice e psicologa degli animali, certa Beatrice Lydecker, che afferma che gli animali non comunicano verbalmente, bensì per mezzo dell'ESP. In pratica, cita i risultati di test che dimostrano come una persona può comunicare coll'animale preferito attraverso un linguaggio non verbale e visualizzando ciò che vuole, perchè essi sono in grado di trasmettere e ricevere messaggi telepatici. Anche lo psicologo J.B. Rhine e un'altro studioso di nome Rupert Sheldrake, pare comfermino queste, a quanto pare, non più teorie. Incredibile? Per chi vive con un gatto credo proprio di no! Questo è il consiglio che viene dato dai ricercatori psicologigi: "Per abituare il vostro beniamino a capire la parola 'seduto' per esempio, ditegli di sedere mentre lo visualizzate in quella posizione. Presto l'animale risponderà al comando mentre riceve l'immagine da voi. Mentre viene dato questo tipo di istruzione, avviene un tipo di comunicazione ESP. Si conversa nel linguaggio degli animali. Quando diventerete abili, diventerà naturale chiacchierare col vostro gatto (attraverso le immagini ESP)".

    Se riesco a ritrovare il racconto di cui ti parlavo prima, te lo mando.
    Ciao,
    Monica

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  2. Ciao! I tuoi commenti sono sempre benvenuti... Comunque: sapevo di questa strana capacità degli animali di comunicare tramite diverse modalità. Per esempio, pare che neonati e animali si parlino proprio. In effetti, io coi miei due pelosi parlo, e alcune semplici parole le capiscono proprio tipo "pappa" (vabbè....) "siediti" o "latte?". Io faccio come se avessero uno o due anni,poi non so se a loro sembro deficiente -cosa peraltro probabile.

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  3. ahahah, molto divertente ma vero. io di gatti ne ho tre (l'ultimo adottato pochi giorni fa, gli altri due sono con me da otto anni) ed è verissimo. guardano cose che non vedo, spariscono nel nulla e riappaiono come se nulla fosse, escono dalla porta senza che io me ne accorga... :D
    uno tra l'altro è nero come il tuo, identico!

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  4. ...tre proprio non ce la farei.Sarebbe come andare per farfalle...:-)

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